Pioggia di bruchi: ecco cosa sta succedendo davvero agli alberi questa primavera?

Una pioggia di bruchi: può davvero accadere? In primavera, ciò che potrebbe sembrare un evento improbabile si trasforma spesso in una situazione reale. La processionaria del pino è un insetto che, nella sua fase larvale, vive sugli alberi e, una volta raggiunta la maturità, scende a terra. Questo comportamento, oltre a essere spettacolare, può talvolta rappresentare un rischio concreto.

La processionaria: caratteristiche e curiosità

La processionaria del pino, conosciuta scientificamente come Thaumetopea pityocampa, appartiene alla famiglia dei Notodontidi, nell’ordine dei Lepidotteri, lo stesso delle farfalle. Il suo nome comune deriva da una delle sue peculiarità più affascinanti: le larve si spostano in lunghe file ordinate, ricordando una processione, da cui appunto il termine “processionaria”.

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Il riferimento al pino si deve invece alla predilezione di questa specie per alcune conifere, in particolare il pino marittimo e il pino silvestre, che rappresentano i principali alberi ospiti per la deposizione delle uova e il nutrimento delle larve. Tuttavia, non sono rari gli attacchi anche a larici e cedri. Le larve della processionaria si nutrono soprattutto di aghi e tessuti vegetali, danneggiando la chioma degli alberi.

Questo comportamento viene definito xilofagia, ovvero la capacità di nutrirsi di legno e parti vegetali. L’appartenenza all’ordine dei Lepidotteri suggerisce che la processionaria, una volta completato il suo ciclo vitale, si trasforma in una farfalla notturna. Gli adulti presentano ali anteriori di colore grigio chiaro attraversate da bande nere e ali posteriori biancastre, rendendoli facilmente riconoscibili.

Il ciclo vitale della processionaria

Come già accennato, la processionaria trova nei pini marittimi e silvestri il luogo ideale per deporre le uova e per lo sviluppo delle larve, che si nutrono delle parti verdi degli alberi. Il ciclo vitale di questo insetto si articola in quattro fasi distinte.

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La prima fase si svolge durante l’estate, quando le femmine adulte depongono le uova, generalmente tra luglio e agosto. Ogni femmina può arrivare a deporre fino a 300 uova, che vengono accuratamente posizionate sulle estremità dei rami di pini e altre conifere ospiti.

Dopo circa un mese, le uova si schiudono e danno origine alle larve, che iniziano subito a nutrirsi delle foglie e dei tessuti vegetali. Durante l’inverno, le larve si rifugiano in nidi sericei di colore biancastro, ben visibili sugli alberi e simili a grandi ragnatele, dove trascorrono la stagione fredda protette dalle intemperie.

Perché in primavera si assiste a una “pioggia” di bruchi?

La primavera è il periodo in cui le larve, ormai mature, abbandonano i nidi per scendere a terra, sempre in fila indiana, alla ricerca di un luogo adatto dove interrarsi e trasformarsi in crisalidi, dando così inizio alla terza fase del ciclo vitale. Questa migrazione collettiva, dall’alto verso il basso, può dare l’impressione di una vera e propria “pioggia” di bruchi.

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Non è raro, infatti, osservare larve che cadono dai rami, soprattutto in presenza di grandi colonie. Le pinete, i parchi e i giardini dove crescono pini e altre conifere sono gli ambienti più soggetti a queste invasioni. L’ultima fase del ciclo vitale si compie in estate, quando gli adulti emergono dal terreno e, dopo l’accoppiamento, depongono nuove uova, perpetuando così il ciclo.

Fattori climatici come vento forte, piogge intense o migrazioni particolarmente numerose possono aumentare la frequenza delle cadute delle larve. In alcune giornate, la presenza massiccia di processionarie può rappresentare un rischio significativo sia per le persone che per gli animali domestici. Vediamo perché è importante prestare attenzione.

La pericolosità della processionaria

È fondamentale sottolineare che il pericolo per la salute di uomini e animali è legato esclusivamente alla fase larvale della processionaria. Uova, crisalidi e adulti sono infatti innocui. Sono i bruchi, invece, a rappresentare una minaccia, sia per la vegetazione che per la salute pubblica.

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Oltre a causare gravi danni agli alberi di cui si nutrono, le larve sono ricoperte da una fitta peluria urticante, contenente una tossina chiamata thaumatopina. Questa sostanza rappresenta un efficace meccanismo di difesa contro i predatori, ma può provocare reazioni allergiche e irritazioni anche negli esseri umani e negli animali domestici.

Il contatto accidentale con i peli urticanti può causare sintomi come prurito intenso, arrossamenti cutanei e orticaria. Nei cani e nei gatti, le conseguenze possono essere ancora più gravi, arrivando in alcuni casi a provocare necrosi dei tessuti e gravi complicazioni. Per questo motivo, è importante prestare attenzione durante le passeggiate in aree infestate e adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare il contatto con questi bruchi.

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